Cura e desiderio
Più di cinquanta partecipanti, di varie professioni, si sono riunite nella cornice di Villa delle Rose, a Castel Gandolfo, per le giornate di studio “La forza dell’età, cura e desiderio”
"Sapere come invecchiare è il capolavoro della saggezza e uno dei capitoli più difficili della grande arte di vivere" (Herman Melville), ma non è stata solo la cosiddetta terza età oggetto di riflessione: in senso più lato, si è trattato di un grande affresco dell’unico grande tempo della vita.
Trasformare il limite in possibilità
Ha aperto l’evento la tavola rotonda con Daniela Invernizzi, Maria Cristina Tirindelli, Francesca Lospoto e Mirella Rossi che hanno testimoniato come, in qualunque età della vita, con una prospettiva di servizio, si possono mettere in gioco i talenti, trasformando anche il limite in possibilità.
Memoria aperta al futuro
Claudia Navarini, docente di Filosofia Morale presso la UER, ha messo in luce il valore della memoria aperta al futuro, con un interessante excursus sugli atteggiamenti delle giovani generazioni verso le altre, in una successione che rende molto rapido il passaggio da un prima a un dopo, attraverso un oggi a volte pervaso dal dubbio: possibile che si sia destinati a peggiorare continuamente? La critica sterile, rivoluzionaria o costruttiva… l’ammirazione passiva, ripetitiva o performativa, sono stati tra i contenuti condivisi insieme al grande bisogno di spiritualità dell’anzianità e all'apertura alla speranza fino a giungere ai “carismi della vecchiaia”, per tornare ad apprezzare come ogni tappa della vita sia “dono per il futuro dell’umanità”.
Welfare culturale
Paola Binetti ha affrontato il tema del welfare culturale con un invito a preparare la propria età matura sapendosi in relazione con gli altri, a vincere l’isolamento e a contrastare la solitudine con la gratitudine, sapendo che, come per educare un bambino, anche per accogliere un anziano “ci vuole un villaggio”.
Prendersi cura di chi si prende cura
Qual è il modo di prendersi cura di chi si prende cura e come interrogarsi sul linguaggio da usare nell’approccio con l’altro, sono stati i temi sui quali Simona Giacomini, infermiera di cure palliative, ha moderato un interessante lavoro di gruppo.
Il buon vino
Il programma molto intenso ha visto anche l’intervento di don Josè Maria Laporte, sull’accompagnamento spirituale in età matura, simpaticamente paragonata al “buon vino”.
Necessità di casa
Un’iniziativa della fondazione Oikia non poteva non toccare il tema delle esigenze abitative e della necessità di casa: Annamaria Perino, in collegamento dall’Università di Trento, ha descritto nuovi modelli di cohousing sperimentati in Italia per l’integrazione di anziani, esempi di progetti creativi che mettono al centro la persona. Per completare questa parte del programma, Grazia Dalla Torre ha presentato infine alcuni tips sulle case sostenibili, con utili suggerimenti per il benessere e la cura di anziani e malati.
Tante le idee che sono sorte dall’ascolto e dagli scambi di opinioni intercorsi tra le diverse presenze di un pubblico molto vario, ma accomunato dal desiderio di vivere in modo pro-attivo questa fase della vita, aiutando altri a fare lo stesso.
In un’epoca in cui l’efficienza, la performance e l’estetica sembrano essere i parametri con cui si misura il valore di una vita, le Giornate di studio LA FORZA DELL’ETA’, sono state una positiva occasione di riflessione sul senso e la ricchezza di un patrimonio che appartiene a tutti: l’età e il tempo di vita. Nell’anno del Giubileo della speranza, un positivo invito alla consapevolezza su chi desideriamo essere e su come prenderci cura dell’umano nel tempo.
Carla Vassallo
programma delle giornate
